Le posizioni, nella vita, sono tutto, o quasi. La posizione che ricopri in ufficio, la posizione del tuo posto a teatro per il concerto che aspettavi da anni, la posizione con cui fai l’amore la prima volta, la posizione del tuo ombrellone su una spiaggia libera a Ferragosto, la posizione in una graduatoria appena escono i risultati di un concorso.
E poi ci sono le posizioni con cui allattare il tuo bambino. E anche queste sono tutto, o quasi.
Perché se, come me, ingenuamente pensi che allattare significhi prendere teneramente in braccio il tuo bambino come per cullarlo e godersi la sua poppata guardandolo dolcemente negli occhi, beh.. meglio tenersi pronte.
La posizione a culla, che è quella che tutte noi immaginiamo e associamo all’allattamento al seno (ed che è anche molto simile alla posizione dell’allattamento con il biberon) è certamente la più “classicamente materna”, ma è anche una posizione che va conquistata poppata dopo poppata.
Chi, come è successo a me, non imbocca subito la strada dell’allattamento indolore, deve arrivare alla posizione a culla dopo qualche tempo. Nella posizione a culla infatti si presuppone che il bambino sia in grado di aprire bene la bocca e prendere la maggior parte del seno della mamma in bocca, e questo, già l’ho raccontato, non succede proprio sempre.
Per questo io benedico le consulenti del consultorio che mi hanno fatto scoprire le due posizioni di salvezza. Quella di transizione (detta anche dell’abbraccio trasversale) e quella a rugby.
Quella di transizione è la posizione più simile alla posizione a culla, ma in questo caso la testa non è sostenuta dall’incavo del braccio del lato da cui state allattando. La testa è infatti sostenuta dalla mano opposta (ad esempio state dando il seno sinistro e sostenete la testa con la mano destra): la presa della testa del bimbo deve essere solida ma comoda per il bambino che appoggia in questo modo la nuca nell’incavo tra il vostro pollice e indice. Mi rendo conto che la spiegazione a parole può essere contorta, quindi guardate qui o la foto a fianco.
È una posizione salvifica per chi soffre di ragadi perché permette all’altra mano, quella del lato del seno, di sostenere il seno e di indirizzarlo nella bocca del bambino nel modo corretto (ovvero indirizzando il capezzolo verso il palato). E anche la testa del bimbo è in vostro potere: potrete infatti avvicinarlo al seno solo quando avrà spalancato bene la bocca.
La posizione a rugby invece, consigliata spesso per allattare contemporaneamente due gemelli (tanta tanta tanta stima per le mamme campionesse che ce la fanno!) permette di tenere il bambino esattamente come una palla da rugby, ovvero sotto il proprio braccio, ovviamente quello dalla parte del seno da cui si vuole allattare, Questa posizione è utile quando in caso di ragadi o soprattutto di ingorgo mammario, si vuole stimolare la suzione nei punti del seno che spesso non sono stimolati nella classica posizione a culla o in quella d transizione. Il bambino infatti, che dà forza alla suzione soprattutto con il labbro inferiore, riesce in questo modo a premere in un punto diverso della mammella e a spremere bene anche i dotti lattiferi presenti in quella zona.
Infine c’è la posizione più comoda, ma anche per questa, a mio parere, ci vuole un po’ di allenamento e rodaggio: la posizione da sdraiate. Io ci sono riuscita dopo due mesi, quando le ragadi si erano chiuse e la bocca del mio bambino era cresciuta. Una volta però provata e conquistata questa posizione non si torna più indietro: Stare a letto distese su un fianco, e avere il proprio bambino vicino, anche lui comodamente sdraiato su un fianco e con la schiena sostenuta dal vostro braccio, che lo avvolge e lo protegge, è impagabile. Soprattutto di notte, quando 99 volte su 100 vi addormenterete insieme, uno a fianco all’altra. È vero, talvolta soprattutto all’inizio può far male la schiena nella zona lombare o potreste sentire il bisogno di avere un cuscino tra le gambe, ma resta la posizione più rilassante di tutte. Peccato che non si possa utilizzare in giro. Anche se, in realtà, in un parco sopra un bel plaid, perché no.
Infine, qualsiasi sia la vostra posizione preferita, tenete sempre a mente la cosa principale: il bambino deve avere la testa, la schiena e il sedere sempre ben allineati e deve avere la testa rivolta verso il vostro seno con la bocca all’altezza del capezzolo (voi, quando mangiate mangiate forse voltati da una parte o a naso in su?). Ultimissima cosa: può essere d’aiuto un cuscino per l’allattamento in modo da appoggiare il bambino, oppure le braccia o la schiena a seconda della posizione scelta. All’inizio sembra una cosa superflua, ma lo benedirete presto: niente fortifica (e distrugge!) i bicipiti come sostenere per ore interminabili nella stessa posizione un batuffolo di 3, 4, 5 (e poi 6, 7, 8, 9…) chili, quindi un aiuto non fa mai male.
PS Per una descrizione approfondita delle posizioni che ho elencato leggete questa pagina a cura della Leche Legue.