C’era una volta l’Omino di Burro e era quell’omino che accompagnava Pinocchio, Lucignolo e gli altri bambini nel Paese dei Balocchi con la scusa di farli divertire, mentre invece voleva farli diventare solo ciuchini.
Collodi lo racconta così : “Figuratevi un omino più largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro, con un visino di melarosa, una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole, come quella d’un gatto che si raccomanda al buon cuore della padrona di casa.”
A me questo Omino di Burro mi ha sempre fatto paura. Quella paura che mettono i personaggi e le persone che sono troppo buone e belle per essere vere e che si vede che nascondono pensieri e azioni cattive e brutte, ma tu hai troppo paura di sbagliare e di offenderle nel dirglielo, quindi ti rintani nei tuoi pensieri e resti con la paura.
Ora, nonostante la paura che ancora mi mette il pensiero dell’Omino di Burro, non ho trovato nome più appropriato per chiamare il mio bambino in queste settimane. Il mio piccoletto infatti si è trasformato in un Omino di Burro tutto tondo. Saranno stati i litri e litri di latte di mamma che si è scolato da quando è nato, saranno le pappe di questi primi mesi di svezzamento, non so, sta di fatto che il bambino che conoscevo si è trasformato in una morbidissima bianchissima pallina di burro.
Le cosce rotonde, i piedini cicciotti, le manine paffute coi buchini al posto delle nocche delle dita, le guance come bianchi marshmallow e poi un sederino, un sederino, che pare una mozzarella fiordalatte morbida e succosa. Insomma sì è trasformato in un bambino che ti viene da mangiare a morsi senza sale né olio, così come natura lo ha fatto.
E poi profuma di latte e coccole. E così morbido e profumato cerca la sua mamma e adesso che riesce a muoversi da solo riesce a raggiungerla e a toccarla.
E poi sorride con quella boccuccia rossa ciliegia che pare ti dica: “Eh lo so mammina che ti sei innamorata come una pera cotta di me, però io sarò così ancora per qualche mese poi me ne andrò per la mia strada sulle mie gambe e non ci saranno più tante coccole in braccio a te, non mi stringerò forte forte solo a te e al tuo seno e mi basterà magari un pupazzetto per sentirmi al sicuro. E poi magari fra qualche tempo mi pulirò anche dalle guance i tuoi baci, perché sono un maschietto e non vorrò smancerie. Il sederino e le cosce diventeranno magre e muscolose perché non farò altro che camminare e correre e scoprire le cose anche senza di te. Non è che non ti vorrò più bene, ma sarò un omino davvero e ci vorremo bene da lontano e non vicini vicini come adesso“.
Ecco, e ora a me con questi pensieri che gli leggo negli occhi anche se non li pensa e non me li dice ma so che arriveranno e saranno reali, questo Omino di Burro che è il mio bambino mi fa più paura di quello di Pinocchio.