La prima volta che ti vedono allattare hanno gli occhi a forma di cuore.
Quando iniziano a vederti soffrire per le ragadi, perché hai poco latte e sale l’ansia del piccolo che cresce poco, perché sei stanca morta di allattare ogni ora di giorno e di notte e poi ancora di giorno e ancora di notte, cominciano a stringere le labbra e a diventare seri: devono trovare una soluzione, devono farti stare meglio, propongono cose assurde che ti fanno pure innervosire e non gli viene in mente che magari hai solo bisogno di un abbraccio e un “sei la madre più brava del mondo, forza continua così“.
Quando vedono il loro bimbo soddisfatto e sorridente dopo la poppata con la mamma, lo prendono in braccio tutti orgogliosi per quello che finalmente posso fare anche loro -farlo digerire- e aspettano con dedizione quel rutto da campione.
Quando di notte ti vedono in piedi ogni ora a nutrire il loro piccolo, si svegliano e magari fanno finta di riaddormentarsi pensando a quanto vorrebbero aiutarti e non sanno invece cosa fare. Oppure quando corrono a cullare il loro piccolo per ore nella casa buia, scalzi perché nel buio non hanno trovato le ciabatte e cantano le canzoni che sanno loro che spesso sono cori da stadio ma come ninna nanna funzionano benissimo.
Quando provano a sfiorarti il seno e si rendono conto che non è più roba loro e che è diventato un qualcosa di molto più importante di quello che era prima e ti sorridono di tenerezza.
…mi sono un po’ commossa a leggere queste parole…anche nella parte “cori da stadio” 🙂
Cori da stadio? hai detto cori da stadio?
Io di “cose da papà” non ho la minima esperienza, ma in quanto a cori, beh, son praticamente cresciuto in curva. Cantategli questo:
“Sembra impossibile
che culli ancora te,
questa è una malattia che non va più via,
vorrei andar via,
vorrei andar via di quaaaaa
ma non resisto, lontano da teeee…”
Un abbraccio a tutt’e tre!