Prima si viaggiava in due, entrambi vicini all’autoradio con la musica ad alto volume, i panini portati da casa per non fermarsi (quasi) mai in autogrill, si macinavano chilometri e ore di viaggio come noccioline.
Adesso viaggiamo in tre, uno guida, tu seduto sul tuo seggiolino da pascià e il terzo seduto a fianco che ti intrattiene in vario modo (acqua? un po’ di frutta? a cosa giochiamo? dai, cantiamo questa adesso!); lo stereo è silenzioso se tu dormi, se sei sveglio invece suona la tua canzone preferita per almeno 20 volte in 60 minuti; in autogrill la sosta pannolino è d’obbligo e più di 6 ore di viaggio non è umano proportele.

Viaggiare_con_neonatoPrima si arrivava in hotel o in campeggio, ci si spalmava sul materasso, si faceva una doccia lampo e ci si fiondava in giro per le nuove strade che ci aspettavano e arrivavamo davanti a una birra gelata, al tramonto, ed era il momento che più sognavamo da quando eravamo partiti.
Adesso si arriva in hotel, ma più spesso in un appartamento, si ispeziona che tutto sia pulito e strapulito e sicuro, ti facciamo giocare se vuoi giocare,  ti diamo da mangiare se hai fame, mettiamo in ordine le tue cose (mentre le nostre restano appallottolate in valigia), se hai sonno ti lasciamo dormire, poi usciamo per farci un giro alla ricerca di un supermercato per comprare le cose che ti servono prima, e dopo, se resta tempo, cerchiamo la nostra birretta del tramonto (ma va bevuta in fretta che poi ti scocci a stare a guardare senza poter fare niente).

Prima passavamo ore a cercare il locale più adatto per cenare, in modo da gustare la cucina tipica del posto in un luogo che non fosse turistico, che fosse abbastanza appartato e romantico ma non scontato, che ci facesse rimanere fino a tardi con una sigaretta a pianificare l’itinerario del giorno seguente.
Adesso il tempo per scegliere il luogo dove cenare è dettato dai tempi della tua fame, che se scatta all’improvviso non lascia scampo. Ci adattiamo addirittura a mangiare la pizza pur di farti sedere in fretta e poter tirare fuori dall’immancabile borsa-passeggino il termos con le tue cose fresche e genuine amorevolmente cucinate in precedenza da mammà.

Prima facevamo l’amore rientrando tardi dopo una lunga passeggiata tra i vicoli silenziosi di una città che non conoscevamo, ci permettevamo di addormentarci alle due, alle tre di notte per poi svegliarci almeno dopo le nove del mattino davanti a una colazione lunga, lenta, golosa.
Adesso rientriamo stanchi, e ancora ti dobbiamo lavare, raccontare una storia della buonanotte, cantare la canzone ascoltata 70 volte durante il viaggio, stenderci accanto a te e vederti chiudere gli occhi. Poi, boccheggianti, ci laviamo i denti e crolliamo distrutti che sono appena le dieci e mezzo, per poi svegliarci come minimo alle sette del mattino con la colazione da preparare. Prima per te. Poi, forse, noi tiriamo giù un caffè bollente e tre biscotti.

Prima però nessuno di noi due riusciva a stupirsi di ogni cosa che vedeva sulla sua strada come riesci a fare tu. Prima non c’era nessuno che con una fiducia totale in noi si lasciava portare, nutrire, lavare, passeggiare, come fai tu. Non c’era nessuno che muoveva i suoi primi passi appoggiato alle nostre mani. Che scopriva i fili d’erba come piccoli tesori, che toccava la sabbia del mare per ore intere come se fosse polvere d’oro, che osservava come si muovono le foglie di un albero mosse dal vento come una magia che non si spiega o che manipolava le bustine di zucchero del bar come se arrivassero direttamente dalla Luna.

Prima non c’eri, adesso ci sei.
E non c’è viaggio che non vorremmo fare insieme a te che ci fai vedere cose che non avremmo visto mai.

Il prima e il dopo. Viaggiare con un neonato.
Tags:                     

3 pensieri su “Il prima e il dopo. Viaggiare con un neonato.

  • 6 luglio 2015 alle 16:33
    Permalink

    un bambino ti aiuta a viaggiare con lentezza.
    E’ una conquista anche questa.
    Brava ValeMama

    Rispondi
  • 20 luglio 2015 alle 22:35
    Permalink

    Te lo scrivo qui ma vale un po’ per tutti i post… Leggo e mi scende una lacrimuccia … BravaVale.
    Cristina

    Rispondi
    • 28 luglio 2015 alle 21:38
      Permalink

      Grazie Cristina 🙂

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.